AFFRESCO – ENCAUSTO – TEMPERE – OLIO – TECNICHE MISTE
PITTURA A OLIO
La pittura a olio, mescolata ai pigmenti in polvere, esiste fin dall’antichità. Greci e romani conoscevano l’olio di lino e l’olio di noce e l’utilizzavano. Plinio e Vitruvio lo citano nei loro trattati sostenendo che si mescolava a cera e colla nelle pitture murali. Nel medioevo Teofilo afferma che servisse come pittura degli arredi lignei e a formare vernici (XI-XII sec. d.C.), il Cennino Cennini lo cita nel suo “Libro dell’Arte” del 1400 e pure Giotto l’utilizzava.
Tuttavia è grazie a Van Eick e ai pittori delle Fiandre che la tecnica viene perfezionata e diffusa. Inizialmente la si trova mescolata all’uovo, basta vedere la “tempera grassa” della Bottega del Verrocchio e ai grandi artisti come il Botticelli. L’olio è utile per allungare i tempi di asciugatura della tempera che, al contrario, è molto veloce. Sarà proprio questa caratteristica di lentezza ad affascinare nel tempo i pittori.
La scorrevolezza e la brillantezza dei colori, il passaggio dalle tavole di legno pesanti alle tele leggere e l’invenzione del tubetto in metallo del 1800, contribuirono a diffondere la pittura a olio rendendola in breve una delle tecniche più popolari dei nostri tempi, a volte, purtroppo, a discapito di quelle più antiche come l’encausto o l’affresco che pochi artisti conoscono.
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PERSEFONE – Bottega di Pittura Antica
Francesca Mazzini
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